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I NUTRACEUTICI NEGLI ALIMENTI

All’interno dei nostri alimenti soprattutto di origine vegetale ed in piccola parte negli alimenti di origine animale (ad esempio gli omega 3 del pesce azzurro e del salmone) ci sono numerosi principi nutritivi e fitoderivati con peculiari caratteristiche in grado di prevenire numerose problematiche di salute. La loro conoscenza può aiutare ognuno di noi a fare quelle scelte alimentari che più sono in linea con il desiderio comune di benessere e salute, dove il nutriente non è più visto solo come apportatore di calorie ma come un vero e proprio “farmaco” naturale protagonista della prima prevenzione che possiamo fare ossia con quello che mangiamo. L’elenco di questi principi nutritivi è veramente molto vasto e articolato ne vedremo e approfondiremo alcuni tra quelli più consolidati sotto il profilo della letteratura medico scientifica. Questi principi nutritivi viste le loro qualità nella prevenzione e a volte anche nella cura sono utilizzati per produrre “nutraceutici” ossia integratori dove il singolo principio nutitivo è contenuto in dose terapeutica.

Iniziamo il nostro viaggio con dei vegetali a me molto cari : le crucifere ossia broccoli, cavoli, cavolini di bruxelles, verze. Una bella famiglia ricca delle prime sostanze che andremo ad analizzare ossia il SULFORAFANO, L’Indolo – 3 – carbinolo (I3C)e il suo precursore il Diindoilmetano (DIM) tutte queste molecole derivano dagli isotiocianti che a loro vota derivano dall’idrolisi di altri composti naturalmente presenti nelle Crufireae, i glucosinolati. Un enzima naturalmente presente nei tessuti vegetali, la mirosinasi, viene liberato in seguito alla lesione del tessuto vegetale dovuta per esempio alla masticazione o al taglio liberando gli isotiocianati.

L’indolo – 3 – carbinolo induce l’arresto della crescita delle cellule tumorali umane nella fase riproduttiva, è un induttore degli enzimi del citocromo P450 (enzimi che partecipano alla metabolizzazione di sostanze sia endogene che esogene come ad esempio i farmaci), assieme al Diindoilmetano (DIM) modulano il metabolismo degli estrogeni. In studi sperimentali hanno dimostrato di essere efficaci nel diminuire la crescita del papillomavirus. Sono inoltre capaci di stimolare alcuni geni antitumorali con effetto preventivo aspecifico. (Nutrigenomica ed Epigenetica – Damiano Galimberti – ed. EDRA p.86).

Il sulforafano ha azione epigenetica con effetti multipli tra cui l’arresto della crescita cellulare, la differenziazione e l’apoptosi (morte programmata della cellula quando qualcosa non funziona) in alcune forme tumorali. E’ un antiossidante ed ha proprietà disintossicanti. Oltre a queste proprietà ha un ruolo protettivo contro le complicanze vascolari diabetiche, ed inibisce in vitro la formazione degli AGE (Advanced Glycation End Products, prodotti finali della glicazione avanzata). (Nutrigenomica ed Epigenetica – Damiano Galimberti – ed. EDRA p.87).

A conclusione di questa breve descrizione è possibile affermare che in base alle conoscenze attuali gli isotiocianati e di conseguenza le crucifere, possono essere ritenute a tutti gli effetti vere e proprie sostanze/alimenti ad effetto nutraceutico, in grado di esercitare effetti positivi relativamente alla detossicazione, alla capacità di risposta antiossidante e nella modulazione dei fattori epigenetici potenzialmente alla base dell’eziopatogenesi e della progressione di numerose malattie oncologiche, questo richiede la rivalutazione di questi vegetali nella comune alimentazione quotidiana e l’eventuale sviluppo o se presenti la valorizzazione di formulazioni estrattive che ne possano rendere possibile il consumo anche a tutti quei soggetti che per problematiche contingenti siano costretti ad evitarne o a ridurne fortemente il consumo.

Inoltre per beneficiare di tutti gli effetti positivi molto importante è il metodo di cottura. La cottura prolungata delle crucifere provoca la perdita dal 50 all’80 % dei preziosi nutrienti anche se il microbiota di un soggetto sano ha tutti i microorganismi necessari per convertire gli istiocianati nelle loro forme attive. Il primo accorgimento da seguire è tagliare queste verdure a pezzi molto piccoli (questa operazione attiva l’enzima mirosinasi) poi lasciarle riposare fino a 90 minuti prima di cucinarle e poi procedere ad una veloce cottura al vapore 5/10 minuti al massimo o metterli direttamente in padella con olio caldo e cuocerli sempre per 5 max 10 minuti.

Le cotture prolungate aumentano l’odore caratteristico di queste verdure che è appunto causato dalle sostanze solforate volatilizzate. L’aggiunta del succo di limone sulle verdure tagliate aumenta l’attività delle mirosinasi. Un altro modo eccezionale per beneficiare di queste fantastiche sostanze è quella di mangiare i germogli dei semi delle crucifere

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