Prova a riflettere :
- In quale momento della giornata senti maggiormente l’esigenza di mangiare dei dolci ?
- Dopo i pasti ?/Alla sera davanti alla televisione ?/ Quando ti rilassi?/Prima o durante il ciclo/Quando sei arrabbiata-o o sotto stress/In tutti i momenti della giornata/ho sempre l’esigenza del sapore dolce/Sono la persona più felice del mondo ma i dolci sono troppo buoni?……
- Di che cosa non posso fare a meno ? Il dolce sposta l’attenzione , invece di rimanere focalizzati su di sé si è distolti in maniera piacevole e si perde l’obiettivo
- In quali situazioni perdo il controllo sui dolci ?
- Quali sono le motivazioni che trovo per non cambiare ?
- Che cosa mi manca di dolce nella mia vita?
- So cogliere la dolcezza delle esperienze ?
- Ho fatto un pasto bilanciato che mi ha permesso di saziarmi e quindi di non aver bisogno di dolci ?
- Il dolce che mangi ti permette di addolcire la tua acidità? O la tua amarezza?
Eccoci qua nel III cerchio del girone infernale Dantesco ci troviamo i golosi (mi sa che è un posto molto affollato !!!) Mi chiedo ai giorni nostri con tutto il cibo attraente che abbiamo a disposizione chi non sia almeno un po’ goloso !! Mangiamo dolci perchè siamo tristi e depressi ? Forse…sicuramente non è l’unico motivo. Ci sono molte persone appagate dal punto di vista affettivo, che tuttavia mangiano dolci in quantità, lo stesso discorso vale sia per i magri che per i cicciottelli, sia in persone ansiose che depresse ma anche in persone serene e felici, in soggetti introversi o estroversi. Allora qual’è il denominatore comune che attrae così tante persone con caratteristiche anche molto differenti verso il sapore dolce ?
A tale domanda non vi è un unica risposta.
Se analizzassimo le cose da un punto di vista psicosomatico il dolce nei bambini e negli adolescenti dà quella pienezza che si ricerca principalmente dalle conferme che arrivano dall’esterno, mentre nell’adulto si estende alla necessità di esprimere il proprio essere, un’insoddisfazione circa l’espressione della propria personalità. Che cos’è la gola se non la pulsione quasi incontrollabile a “portare dentro” delle cose buone (o ritenute tali)? Non dimentichiamo che mangiare significa trasformare la materia e farla diventare parte di noi, per rinnovarci ed evolvere. L’analogia tra gola e sviluppo della personalità è, quindi, piuttosto evidente: il goloso è un cercatore di cose belle, sensuali e ricche di senso.
Quando si riesce a ritrovare un presente appagante, ricco di senso e di sensazioni positive e lo stato delle cose nel quotidiano ci fa sentire bene e ci nutre diminuisce automaticamente anche l’eccessivo desiderio di dolci. Abbuffarsi o spiluccare dolci di continuo diventa il sostituto di una vitalità mancante che non viene riconosciuta oppure trascurata. La golosità è imperniata sul principio del piacere immediato e irrinunciabile, è un’inconscia scelta di compromesso per appagarsi senza provare a cercare quel che manca alla vita attuale. Il che è legittimo, ma è anche legittimo sapere che trasformare la gola in sano piacere alimentare, non dannoso alla salute, è possibile: basta fornire al quotidiano dei ritmi più adatti alla nostra natura. Dove c’è pienezza di senso, infatti, c’è anche equilibrio dei sensi. Golosi non si nasce, lo si diventa perché non si è imparato a nutrire l’anima e la mente di cose che fanno davvero per noi, o si sta attraversando una fase in cui non lo si riesce a fare. Sviluppare la curiosità e seguire il fiuto – partendo dalle piccole cose, come interessarsi a eventi culturali o ad attività creative – è un ottimo aiuto per trasformare una quota di voracità in qualcosa di più utile e meno dannoso.
L’UNIONE FA E DA’ LA FORZA
Il percorso per affrontare un cambiamento nelle nostre abitudini alimentari quindi non è solo un insieme di buoni propositi ( che già sono una gran cosa !!) ma un lavoro ben strutturato dove l’integrazione del lavoro di più professionisti può e fa sicuramente la differenza.
Da qui nasce la mia collaborazione con Pamela Bravi , Life e Mental Coach. Www.pamelabravi.it.
L’integrazione delle nostre competenze porta il lavoro sulle proprie abitudini alimentari dalla biologia alle emozioni, dalle carenze nutrizionali alle carenze del cuore, dalle aspettative sull’obiettivo al raggiungimento dell’obiettivo. Una collaborazione ormai duratura nel tempo che è il frutto di ideali condivisi e che ha accompagnato molte persone alla realizzazione del proprio benessere.
CARENZA DI MINERALI E VITAMINE
A volte il desiderio smodato di alcuni cibi può essere un segnale che l’organismo cerca di dare per comunicarti una carenza nutrizionale specifica. Individuare quali sono le carenze del nostro organismo è fondamentale, per evitare disturbi e patologie che potrebbero aggravarsi o diventare croniche. La “voglia” è un messaggio specifico del nostro corpo e indica carenza di elementi essenziali come minerali, vitamine e enzimi, di cui gli alimenti sani sono molto ricchi.
Quando l’attrazione riguarda prodotti zuccherati, come biscotti, torte, pasticcini e gelati, potrebbe esserci una carenza di cromo, fosforo, zolfo e triptofano. Per reintegrare questi elementi è necessario mangiare cibi come:
- Cromoilfabbisogno giornaliero è di 25 μg per le donne e 35 μg per gli uomini. Il suo assorbimento è aumentato dalla vitamina C e gli alimenti lo contengo maggiormente sono il lievito di birra (110 μg/100 g.), cozze,pane integrale, broccoli, noci del Brasile
- Fosforo il fabbisognoè uguale sia per uomini che per donne e varia in base all’età dagli 800 ai 1000 mg al giorno. L’assorbimento aumenta con Calcio e vitamina D e gli alimenti più ricchi in fosforo sono il germe di grano (850 mg/100 g.), soia,legumi e legumi germogliati, fiocchi d’avena integrali.
- Zolfo il suo fabbisogno giornaliero si aggira attorno agli 850 mg al giorno e i principali alimenti sono gli anacardi (380 mg/100 g.), cozze, salmone, uova, albicocche secche, noci, nocciole, mandorle.
- Triptofano il fabbisogno varia in base a età e peso dai 250 mg ai 425 mg al giorno lo troviamo maggiormente nelle mandorle, formaggi stagionati, uova, formaggi freschi, anacardi, nocciole, noci, farro, miglio, legumi.
La voglia di cioccolato può mascherare una carenza di magnesio e vitamina B. La carenza di magnesio è piuttosto diffusa tra la popolazione. Aumentando il consumo di alimenti naturalmente ricchi di magnesio i benefici saranno notevoli e riguarderanno la qualità del sonno, il rilassamento del sistema nervoso, i fastidi femminili legati al periodo mestruale, i fastidi muscolari e ossei e la riduzione dello stress. Il fabbisogno è di 420 mg negli uomini e 320 mg nelle donne e i cibi ricchi in magnesio sono :
- Mandorle e anacardi (260 mg), cacao amaro in polvere (192 mg), nocciole, pistacchi, noci, ceci, riso integrale, lenticchie, carciofi, pane integrale, e se proprio volessimo mangiare un quadratino di cioccolato almeno scegliamolo fondente almeno all’85% con ben 292 mg di magnesio
Il desiderio di dolci inoltre può anche essere correlato a :
- disidratazione
- stanchezza e mancanza di energia
- carenza di acidi grassi
A livello biochimico, la voglia di dolce è associata ad un eccesso di produzione di cortisolo, ormone molto importante per un sacco di processi utili all’organismo che però quando la sua produzione rimane alta per troppo tempo a causa di stress, mancanza di sonno, eccesso di attività fisica o diete troppo restrittive, l’organismo può risentirne. Può anche essere causata da una glicemia alta (dovuta al consumo abituale di zuccheri e carboidrati semplici). La situazione ormonale che si presenta debilita l’organismo e crea una vera crisi di astinenza, proprio nei confronti degli alimenti ricchi di glucosio. Il glucosio raggiunge i circuiti neurali responsabili della produzione di dopamina, che è legata alla nostra percezione del piacere e della ricompensa. Si tratta però di un piacere passeggero: entro breve tempo, il nostro corpo richiede altro zucchero.